Italiani brava gente

01.12.2024

Il ministro Valditara dice che il patriarcato non esiste. E allora dove lo mettiamo il patriarcato di Venezia, da cui sono venuti tanti illustri pontefici? E il patriarcato di Gerusalemme? Anche papa Francesco è tecnicamente il patriarca di Roma.

Negando l'esistenza del patriarcato, il ministro dell'Istruzione rischia un incidente diplomatico con la chiesa ortodossa, che senza patriarchi risulterebbe decapitata. Ma è comprensibile che "patriarcato" faccia rizzare i capelli a tanti uomini, perché si domandano cos'hanno a che fare loro con quei prelati barbuti e ieratici, magari un po' fuori di testa, come il patriarca Kirill, l'amicone di Putin. E anche io non apprezzo particolarmente l'uso che si fa oggi del termine "patriarcato", debordato dal suo originario campo religioso (dove significa più o meno super-vescovo) e diventato una parola d'ordine, dunque destinata presto o tardi a passare di moda, col rischio di trascinarsi dietro la giusta e ancora lunga lotta per l'uguaglianza di genere.

Ai tempi di mia madre il nemico era il "maschio sciovinista" dove l'aggettivo, nato come sinonimo di "acceso nazionalista" voleva dire "aggrappato ai propri privilegi". Passato di moda anche quel modo di dire, che non era un concetto astratto ma identificava chiaramente chi era il cattivo, cioè un tipo in carne ed ossa che potevi identificare nel marito-padrone, nel collega con le mani lunghe, nel capufficio che promuove il collega meno bravo perché "sì, ma lui è un uomo".

Il patriarcato, nel senso di organizzazione sociale dove il potere è in mano ai padri nel senso di uomini adulti (nota bene: il patriarcato doc opprime anche i maschi giovani, perché è quello che li sfrutta nel lavoro o li usa come carne da cannone) esiste eccome. Fino a poco tempo fa al nuovo nato veniva dato automaticamente il solo cognome del padre, cancellando dalla sua identità la discendenza di chi, oltre ad avergli dato metà dei cromosomi, l'ha portato nella pancia, partorito e allattato, e pagherà la maternità con rinunce in termini di lavoro e carriera: cosa c'è di più squisitamente patriarcale?

Ma chiedere ai maschi come il ministro Valditara di riconoscerlo è come chiedere ai pesci di riconoscere l'acqua in cui sguazzano. E difatti, quando si contesta il patriarcato, reagiscono come pesci fuor d'acqua, dibattendosi scompostamente e schizzando sciocchezze come il legame tra l'aumento delle violenze sessuali e l'immigrazione, come ha fatto Valditara davanti a Gino ed Elena Cecchettin, padre e sorella della vittima di un italiano.

Probabilmente il ministro dell'Istruzione è convinto che la violenza sulle donne sia solo opera di stranieri, perché gli italiani non la commettono. Gli italiani tutta brava gente, compreso Filippo Turetta.